Recanati, Libera ai concittadini: “Fermiamo il cantiere e progettiamo la pista ciclabile”
“Ogni cittadino può diventare difensore della natura, del verde e degli alberi, senza trovarsi a combattere da solo per sè e per tutti gli altri”
Lei si chiama Libera Pagano e vive a Villa Musone, frazione di Recanati, dove è tornata lo scorso ottobre dopo aver vissuto 5 anni a Londra.
Il suo sogno è fare la guida escursionistica nelle Marche, per poter far conoscere i “suoi” Monti Sibillini ed accompagnare le persone in lunghi viaggi a piedi, pratica che considera una terapia per allontanarsi dalla tecnologia.
Qualche mese fa, ha dovuto prendere una decisione importante: tornare in Italia.
Così ha trovato rapidamente un lavoro ed ha cominciato a collaborare con la Protezione Civile, ritrovando nella Natura di casa propria, le cose semplici che rendono bella la Vita.
Qualche giorno fa, Libera si è accorta della comparsa di un cantiere proprio all’inizio di una delle poche aree naturali dove in questo periodo molte persone hanno trovato ristoro a contatto con la Natura, e dove oggi un cartello recita:
“Lavori di collegamento tra la S.P. N.3 “Val Musone” e la zona industriale “Squartabue” – Tratto sino al confine con la provincia di Macerata”.
Traduzione: circa 2 milioni destinati ad asfaltare poco più di un km di terreno permeabile, abbattendo alberi e arbusti, rifugi per l’avifauna e per le specie protette che sembrano destinate a non esserlo per nulla.
Come si legge sulla pratica edilizia infatti, il Comune di Castefidardo “esprime PARERE FAVOREVOLE ALL’ABBATTIMENTO DELLE 14 (quattordici) ESSENZE PROTETTE INDIVIDUATE NELLA PLANIMETRIA AGGIORNATA”.
“Quel che è più grave, confessa Libera, è che pochi chilometri più avanti esiste una strada che andrebbe solo allargata e asfaltata. Non ha senso continuare a consumare suolo quando basta guardare un po’ più in la del proprio naso, o dei propri interessi.”

“Questo progetto è stato approvato 10 anni fa. Da allora le esigenze della gente sono cambiate ed ora vogliamo più aree verdi e meno asfalto.
In più i lavori interessano due Comuni e due Province diverse. Perchè i lavori non iniziano quando entrambe le parti sono sicure di portare a termine il lavoro?”
Siamo stufi delle promesse. Sebbene la provincia di Ancona abbia approvato tutti i lavori e li abbia anche iniziati, la provincia di Macerata dovrà attendere oltre un anno per poter anche solo partecipare all’appalto.
Gli stessi addetti ai lavori non sanno dove questa strada finirà, perchè ancora non è stato deciso.
Per iniziare ad abbattere alberi preventivamente ed asfaltare, invece non c’è nessun problema.
Come può essere possibile? Ho cominciato a chiedermi cosa avrei potuto fare.
La risposta è arrivata da mia cugina, che vive a Vieste, dove da mesi è in corso una strage di alberi per mano del Sindaco. LA STRAGE DI VIESTE [VIDEO]
“Scrivi a Giacomo di Prospettive Vegetali che sta provando a dare voce a chi non ce l’ha”.
Dopo aver letto sul sito di Prospettive Vegetali della storia di Elsa Merlino, la ragazza che è riuscita a mettere in fuga le ruspe ma solo dopo che il danno era stato fatto, ho scritto subito a Giacomo, perchè desse eco a questa storia.
Dopo averlo sentito mi è subito tornato il sorriso perchè sono sicura che in molti mi capiranno.
Non ho avuto più paura di espormi ed ho ritrovato fiducia, credo che sia proprio per questo che sono tornata. Per prendermi cura del territorio che amo.
Ho messo un video su Youtube e la gente ha già cominciato a riconoscermi, rispondendo al mio appello ancora prima che si conosca nei dettagli”.

“Ora perciò sto lavorando per mettere nero su bianco il progetto di una pista ciclopedonale che si leghi ad un piano di rigenerazione ambientale da perseguire assieme ai miei concittadini ed ai volontari limitrofi che crederanno in questa proposta.
In questo modo potremmo coinvolgere i più giovani, istituendo per esempio un comitato di quartiere, pensando con loro a progetti di riforestazione e ripopolamento della fauna selvatica, programmando la manutenzione e la didattica per le scuole e i centri estivi, che punti sulla sensibilizzazione e l’innovazione.
Insomma, sembra che il progetto migliore possibile per questo territorio si stia costruendo naturalmente attorno a Libera.
La mia domanda è: siamo abbastanza uniti da proteggere chi come Elsa e Libera si trovi nelle condizioni di fare la differenza?
Siamo capaci di incoraggiare, supportare e mettere nelle condizioni di fare il bene comune le persone animate dal desiderio di cambiamento?
Io non ho più dubbi, sono sicuro di sì.
Testo di Giacomo Castana