DAL BLOG DI PROSPETTIVE VEGETALI

Città tra gli alberi: siamo pronti?

Sabato 3 febbraio, al Palazzo dei Congressi di Lugano si è svolta la giornata di studio “Gli alberi e la città”

Voluta da Christian Bettosini, responsabile del Verde Pubblico della città ticinese, con lo scopo di indagare sulle criticità e le funzioni degli alberi in contesto urbano.

Le relazioni tra noi umani al centro dell’attenzione

Lugano e la sua amministrazione, come molte altre città europee, ha recentemente avuto a che fare con grosse polemiche legate alla rimozione di alberature stradali ed altri interventi di difficile comprensione per un cittadino che non ha avuto una formazione tecnica sul verde.

Al centro dell’attenzione infatti, non c’è stato solo il patrimonio arboreo urbano.

I relatori hanno analizzato l’importanza della comunicazione tra amministrazioni e cittadini, che troppo spesso è materia di speculazioni ed equivoci.

I relatori

L’Architetto ed agronomo Laura Gatti, ha il ruolo di affiancare i progettisti e rendere realizzabili le loro visioni.
Si è occupata della scelta arborea del “Bosco Verticale” dell’Architetto Stefano Boeri, un progetto italiano che vedrà sorgere l’ennesima imitazione a Utrecht, ma di cui si fatica a seguire le intuizioni sul nostro territorio.
Il concetto di paesaggio sta cambiando anche nelle città: lo spazio verde non è più solo un luogo di contemplazione, deve garantire momenti di benessere.
Negli ultimi decenni gli investimenti sul verde sono stati figli di una ricerca estetica, di natura antropocentrica.
Il cambio di paradigma si otterrà progettando gli spazi sfruttando le qualità intrinseche, multidisciplinari dei professionisti.
Ed aiutando la natura a ricolonizzare le città, senza che si commetta l’errore di creare una giungla senza controllo.
“Nei prossimi anni le scelte progettuali dovranno essere affidate a degli specialisti, che potranno applicare strategie ecofisiologiche compatibili all’area d’interesse, non senza essere passati per analisi e studi approfonditi.
Per questa ragione a chi vuole lavorare in questo settore, nei prossimi anni saranno richieste grandi conoscenze delle essenze.
I risultati visivi non saranno convenzionali. Siamo pronti?”.

 

Alessio Fini, professore di Arboricoltura all’Università Statale di Milano, ha creato per il sito dei Vivaisti Italiani un portale di schede tecniche per la scelta delle alberature, indirizzato ai professionisti e non.

Un albero piantato sapientemente nei paraggi della vostra abitazione potrà garantirvi un risparmio annuo delll’8% sulle spese per il riscaldamento invernale e fino a un 15% sull’aria condizionata in estate.

Le piante garantiscono un benessere psicofisico pazzesco ed è la scienza a dirlo.

L’estinzione per via di un attacco patogeno di una specie di Fraxinus negli USA, ha alzato la probabilità di riscontrare problemi cardio-circolatori in quell’area fino a una percentuale che oscilla tra il 25 e il 40% nelle donne adulte.

“Piantare un albero all’inizio è un costo: guai a credere che basti metterlo in terra.

Ma cosa volete che siano due-tre anni di accorgimenti per garantire che la pianta possa evolversi fino alla sua massima resa, rispettando le aspettative della sua naturale longevità?”.

I relatori al Palazzo dei Congressi di Lugano

Francesco Ferrini, anch’egli professore di Arboricoltura all’Università degli Studi di Firenze, sottolinea che:

“le sfide future per l’Italia passeranno dalla gestione di un patrimonio arboreo vetusto e in conflitto con gli edifici, maltrattato da anni e spesso a rischio patologie”

Dobbiamo formulare preventivamente diverse ipotesi di rinnovo e reimpianto, utilizzando materiale di qualità perché non diventi un costo.

Fondamentale sarà porre particolare attenzione alla gestione dell’impatto emozionale che un abbattimento porta in dote, spiegando con pazienza alla cittadinanza le ragioni di esso”.

 

“E’ il momento di affermare la cultura botanica”.

Gianmichele Cirulli, Agronomo responsabile del Verde Pubblico per il Comune di Torino, è stato promotore dell’unico esempio in Italia di censimento arboreo che ha portato alla gestione informatizzata di esso.

Egli è fiducioso: L’era delle riserve indiane per i professionisti del verde sembra stia finendo: dopo essere rimasti inascoltati per 20 anni, ora sta tornando ad essere importante valorizzare gli spazi verdi per garantire la qualità della vita del cittadino.

Si è cominciato a lavorare unendo professionalità diverse, come la definizione stessa di paesaggio pretende: parlando un lessico comune che prevede censimenti, regolamenti e strategie del verde pubblico”.

Chiude la giornata di studio Marco Giorgetti, agronomo e titolare dello Studio Landscape Srl:

“È essenziale applicare politiche rispettose dell’ambiente e collaborare con esperti di patologie vegetali, stabilità degli alberi, giardinieri e progettisti perché si lavori come ci si propone di fare a livello dirigenziale”.

È certo, a giudicare dagli applausi riservati ai relatori, che qualche scettico abbia cominciato a comprendere il valore della presenza vegetale nelle nostre città e non solo.

Ma se davvero vogliamo consegnare ai nostri figli un mondo vivibile, bisogna darsi da fare.

Non c’è più tempo da perdere.

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