Arrivi sul sito del “Manifesto Collettivo” e leggi:

“La più grande azione politica, collettiva ed apartitica della Storia della Repubblica Italiana, promossa dalla Società Civile a favore di una nuova Legge per la Liberalizzazione della Cannabis”.

Ci metti un secondo a capire perchè non ne avevi mai sentito parlare.

Ah già, certe cose in Italia non possono essere raccontate nè promosse.

Perchè su temi così importanti e delicati, c’è un enorme interesse ad incanalare consensi e ricavi.

Talmente tanto interesse, che piuttosto che parlarne, oggi ci si spartisce le briciole di un mercato “semi-legalizzato” (quello del CBD), lasciando carta bianca al narcotraffico.

Ma non si tratta soltanto di consenso: si tratta di business, di economia, di medicina.

E chi vieta la Cannabis, è il primo a conoscerne ogni virtù.

In fin dei conti, si tratta di CONTROLLO.

E’ proprio la scienza che divulgo, l’Etnobotanica, che ce ne da conferma:

“Nella civiltà greco-latina la sintesi medico-religiosa si incrina progressivamente, assegnando compiti distinti a sacerdoti e medici.”

“Il legame biologico tra Uomo e Natura si spezza e nel razionale e pratico mondo latino, le piante enteogene vengono progressivamente relegate in esclusivi riti iniziatici, quali i Misteri Eleusini, il cui ambito è finalizzato alla formazione elitaria ed ai bisogni della classe dominante.

Per tutti gli altri alcool e oppio, e forse anche la segale cornuta, forniscono la necessaria via di fuga.” [1]

Vietando le piante “sacre” per i popoli antichi, da decenni, il potere economico condiziona il nostro libero arbitrio, ma contemporaneamente è capace di fare qualcosa di ancora più terribile: CI DIVIDE.

E’ per questo che raggiungere e superare le 100’000 mila firme, deve solo essere il biglietto da visita per una nuova società consapevole.

Una società stufa di farsi prendere in giro da chi vuole privarla di ogni risorsa.

Rideremo, quando la Storia racconterà che “i fattoni” hanno restituito all’essere umano la sua vocazione più profonda: quella di unirsi per le proprie libertà e per il proprio futuro.

Perchè con questa legge possiamo finalmente spezzare l’incantesimo.

Ma sarà una nostra responsabilità individuale farlo capire a chi ci sta vicino, così che la pressione della società si sposti alla Camera e poi al Senato.

Chiudo questa “arringa” chiedendovi di FIRMARE e FAR FIRMARE il Manifesto Collettivo consapevoli del fatto che state scrivendo un pezzo di storia.

E vi ringrazio uno ad uno, fiero di essere al vostro fianco in questa RICONQUISTA delle NOSTRE LIBERTA’.

Fonti: [1] Etnobotanica – Conservazione di un patrimonio culturale come risorsa per uno sviluppo sostenibile (Giulia Caneva, Andrea Pieroni, Paolo Maria Guarrera – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI ROMATRE)

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